Finrosy
La “pasionaria” del Pd, del quale è anche presidente, Rosy Bindi, antiberlusconiana di ferro (perché non di acciaio?), è pronta, così ha dichiarato alla stampa, ad una alleanza allargata a Fini pur di far cadere da cavallo il Cavaliere di Arcore. La logica, seguendo le orme del suo segretario Bersani, è quella di sostituire nella “fogna” gli ex fascisti con Berlusconi. Ormai si sa. Pur di togliere di mezzo l’odiato Berlusconi, mandato al governo dal voto degli elettori, la strategia del Pd si è ormai incartata nella proposta di una improbabile ammucchiata, senza né capo né coda, tanto meno dotata di una logica programmatica e di governo, che al confronto quella costituita col governo Prodi apparirebbe un gioiello di coerenza, pur rissosa e inconcludente, come si è poi dimostrata. Ma a gelare la “pasionaria” ha provveduto il fido finiano Bocchino che ha precisato come la collocazione a destra degli amici del Presidente della Camera sia indiscutibile e ovvia. Ma a stroncare l’impeto della Bindi ha provveduto il suo collega di partito e, come lei, ex popolare, nonché prestigioso esponente del partito, Beppe Fioroni, il quale nelle stesse ore rilasciava una intervista al Corriere della sera nella quale la frase più significativa e riassuntiva è questa: “io dico che se continuiamo di questo passo i nostri elettori non solo non ci voteranno più ma verranno a cercarci e ci prenderanno a calci nel sedere”. E aggiunge: “E io vado a difendere la Costituzione, che si basa sui valori della Resistenza e dell’antifascismo, con uno (Fini, ndr) che ha quelle origini? Ma non diciamo cose che non stanno né in cielo né in terra. Tra l’altro diamo l’impressione di non sapere bene che cosa vogliamo, ma rimandiamo all’esterno l’immagine di un Partito democratico in preda alla disperazione, cosa che non è”. Ci fermiamo qui. Una volta tanto registriamo parole di concretezza, se non di saggezza. Domani sentiremo la nuova sirena della destra. Vedremo se saprà stupirci. Oppure, come al solito, saprà parlare molto bene del nulla.