Ma si può continuare così?

E’ la seconda grave e incivile contestazione che succede alla festa nazionale del Pd. Era toccato prima al presidente del Senato Schifani, al quale si voleva impedire di parlare. Ora è toccato al segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale è stato costretto ad abbandonare il palco, violentemente contestato e sfiorato dal lancio di un fumogeno. Una scena indegna in un paese civile, dove dovrebbe essere assicurata a tutti la possibilità di esprimere le proprie idee. Si tratta di episodi che evidenziano un clima di intolleranza che ha raggiunto livelli di pericolosità che sarebbe da incoscienti sottovalutare. Sia nel caso di Schifani che in questo di Bonanni è stato usato giustamente, prima da Fassino ed ora dallo stesso segretario Pd Bersani, il termine di “squadrismo”. Giusto. Ma è necessario che all’uso del termine venga accompagnata una riflessione sulle motivazioni di questo montare di intolleranza e di violenza. Quando la politica sostituisce al dialogo, anche aspro e motivato, l’individuazione di nemici da abbattere in qualsiasi modo, è logico che lo scontro politico segua strade diverse dal civile confronto. E in quest’ultimo periodo che la politica si sia incarognita ad un livello intollerabile, è ormai sotto gli occhi di tutti. Bersani stesso dovrebbe sapere che riproporre il termine di “fogna” nei confronti di Berlusconi, non è un modo di civilizzare il confronto politico, ma evoca piuttosto periodi bui della politica italiana. Così come non è educativo politicamente prospettare che per abbattere il nemico valga ogni metodo, ogni alleanza, ogni occasione, al di là di coerenze programmatiche e ideali. Si stà alimentando insomma un clima che solo gli irresponsabili non ne avvertono la pericolosità. “Ora tutti devono riflettere” Ha dichiarato Bonanni lasciando il palco. E speriamo che sia così. E che un ripensamento per instaurare un clima di civile confronto e di rispetto della volontà popolare parta proprio dall’interno del Pd, che dovrebbe rappresentare la continuità di una cultura politica che nel rispetto delle posizioni politiche e nel confronto tra esse individua ogni possibilità di crescita e di sviluppo della civiltà politica. Si, proprio civiltà politica, perché di smarrimento di questo concetto ormai sono piene le cronache. Non ultima la “sparata” infelice, delirante e ripugnante della finiana Angela Napoli sulla presenza in Parlamento di parlamentari prostituite per essere elette. A questo punto diventa davvero problematico pensare che questa violenta campagna elettorale, che si è di fatto aperta, possa durare a lungo, senza essere interrotta da un pronunciamento rapido degli elettori attraverso le urne.