Qualche considerazione

Qualcuno dovrebbe spiegare questo entusiasmo (o quasi) verso il governo Monti. Un governo cioè tutt’altro che tecnico e di professori, ma di ordinaria ragioneria. Quali grandi intuizioni di scienza economica, quali straordinari provvedimenti sono stati espressi nei principali provvedimenti economici di risanamento qualcuno lo dovrebbe pur spiegare. Essi in effetti sono tre: 1) riapplicazione dell’ICI con altro nome (IMU) con la variante che penalizza i Comuni; 2) riforma delle pensioni che ha determinato situazioni allucinanti per centinaia di migliaia di lavoratori; 3) mercato del lavoro, una legge che riesce a scontentare tutti, Confindustria e sindacati. Dove sia l’intuizione di governo dei tecnici, non si sa. Quello che è abbastanza chiaro è che, amaramente, ci tocca di dover dar ragione all’on. Di Pietro quando definì i provvedimenti del governo materia e competenza di semplici ragionieri. L’antiberlusconismo viscerale gli ha impedito di rilevare che se gli stessi provvedimenti fossero stati adottati dal governo Berlusconi, Pd, Idv, sinistre di tutti gli orientamenti e sindacati in testa, avrebbero messo a ferro e fuoco l’intera Italia. Ora si accettano come medicina necessaria con la ridicola motivazione che siamo sull’orlo del baratro come se durante qualche recente notte sia avvenuto un rivolgimento dell’economia europea. Ma in Italia c’è qualcuno che ricordi che mentre sull’Europa si abbatteva, proveniente da oltre Atlantico, una tremenda crisi finanziaria che avrebbe investito certamente anche il nostro Paese ed in Italia si dibatteva con animosità pruriginosa in Parlamento, nelle piazze, nei convegni e soprattutto sulla stampa “che conta”, di Ruby (nipote o nipote presunta di Mubarak) e delle cene con o senza balletti ad Arcore? Da quale parte proveniva un segnale di serietà politica, un segnale di responsabilità per quello che si andava profilando in economia, un segnale di ritorno alla serietà politica per le conseguenze di una crisi economica che avrebbe messo in pericolo non solo l’Italia, ma la stessa Europa? Ora i partiti hanno paura. Si aggrappano al governo Monti e non lo mollano perchè atterriti da quel 2-3% di gradimento che essi riscuotono tra gli elettori. Gridano all’antipolitica che avanza, dimenticando che è del tutto evidente che la politica è sentita nel sentimento degli italiani, ma non quella espressa da loro, da partiti che dovrebbero avvertire il pudore di dare forti segnali di cambiamento, di moralità, di compresione delle esigenze che esprime oggi la società italiana e che invece trovano una barriera invalicabile nelle oligarchie politiche che curano interessi particolari e personali. L’ostilità non è verso la politica che invece appassiona, come dimostrano le folle intorno a persone come Grillo che non è il comico che fa spettacolo politico, ma pronuncia le parole che la gente vuol sentire e vorrebbe realizzate.