Venite a me

Monti ha parlato, anzi, ha pontificato. Sono pronto, ma … dovete venire a me (voi che siete afflitti). Questo il senso delle parole del nuovo Messia. Quindi spacchettare i partiti, e prenderne i bravi, quelli che supereranno l’esame sulla comprensione e accettazione del suo libro di testo: l’”Agenda”. E sì, perché il nuovo Noè non è la zattera che può traghettare tutti. Per traghettarli occorre la sua pagella col voto che il Professore si degnerà di assegnare. Che la classe politica italiana non si stupisca della arrogante umiliazione, che di più non si può, diventa ora incomprensibile. Che accettino l’unzione un Casini, un Fini (alte espressioni del nuovo che avanza!) o qualche pirandelliano in cerca di autore, che ha brillato per la sua inutilità, non stupisce. In un periodo di crisi economica e soprattutto morale, ognuno cerca di riciclarsi e indossare il vestito nuovo. Non giustifichiamo invece che da sinistra non salga una voce baritonale utilizzando il famoso motto di Grillo. Il va…… E se Berlusconi ci fosse simpatico, gli daremmo ragione a definire il Monti-bis un incubo. Come al solito, il sempre lucido D’Alema ha sintetizzato la questione politica delle prossime elezioni. Lo scontro, cioè, è tra Bersani e Berlusconi; tra centrosinistra e centrodestra. Il “centrino” è solo un espediente per condizionare la vita politica italiana, per renderla sempre più precaria e poterla condizionare. Speriamo solo che gli italiani, stretti da una crisi economica, da tasse insopportabili, da prospettive inesistenti, sappiano imprimere una svolta. Non attraverso il populismo o la inutile protesta del non voto o incentivando l’antipolitica, che è un termine senza alcun senso. Speriamo che gli italiani vogliano e sappiano decidere del loro destino. Gli uomini della Provvidenza o i nuovi Messia, storicamente, sono solo rappresentanti di potenti interessi, non sempre occulti.